I dati non mentono


di Ugo Bianchi

I dati non mentono è un luogo comune utiliz­zato da tutti, ma poi, anziché lasciarli parla­re, lasciamo spazio alle interpretazioni che, seppur non false (attenzione, ho usato voluta­mente una litote), danno indicazioni fuorvian­ti ad uso e consumo di chi le enuncia o da chi vuole forzare un punto di vista: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Lo scopo dell’interpretazione è quella di cercare di orientare informazioni numeriche asettiche ad uso e consumo di una platea con lo scopo di influenzarla. Questo funziona in politica, ma non nelle aziende.

L’analisi dei dati è una scienza e come tale va considerata.

La pandemia ha generato la deregulation delle affermazioni e discernere, non tanto tra vero e falso, ma tra numero e sua interpreta­zione diventa impresa ardua, perché, da una parte non vengono date informazioni comple­te, e dall’altra manca sempre di più una cultu­ra analitica e di approfondimento che deriva da anni di maltrattamento della scuola, della cultura e della scienza.

Un esempio eclatante riguarda i dati sui nuovi positivi in Israele che vengono utilizzati per affermare che i vaccini non proteggono in quanto il 50% dei nuovi positivi sono persone vaccinate: dato reale ed incontrovertibile, e lo dico proprio perché i numeri non mentono.

Ma vediamo perché la tesi non è sostenibile: in Israele ci sono circa 9 milioni di perso­ne di cui l’85% vaccinate ed il restante 15% no. Visto che ci sono circa 25.000 contagiati numericamente avremo 12.500 infetti vacci­nati e 12.500 no. Il dato numerico però non tiene conto dell’ambito di osservazione e cioè, in questo caso delle popolazioni su cui il dato si confronta. Prendendole in considerazione e valutando il tasso di incidenza avremo che circa lo 0,16% dei vaccinati si infetta mentre tra i non vaccinati la percentuale sale a circa lo 0,93%.

Per chiarire meglio rovesciamo il problema e ragioniamo sul fatturato di vendita di un’a­zienda: pensiamo a due gruppi di articoli in cui con l’85% si fanno 12.500 € di utile, mentre con il restante 15% si fa esattamen­te lo stesso utile. Un imprenditore dove deve porre l’attenzione? Agli articoli che fanno lo 0,16% di utile o a quelli che fanno lo 0,93%?

Per questo l’analisi dei dati aziendali deve essere fatta da professionisti.